OVODONAZIONE

ovodonazione roma italia europa spagna uk londraDal 1984, la popolarità di questa tecnica è andata aumentando notevolmente ed attualmente rappresenta il 6% di tutte le tecniche che prevedono il transfer di embrioni (esclusi quelli di embrioni congelati) e la percentuale di gravidanza per transfer è superiore al 47% (embrioni freschi) e al 33% (embrioni congelati).

Poiché la ricettività dell’utero nei confronti dell’embrione diminuisce con l’aumentare dell’età della donna, la possibilità di gravidanza può tendere al 50% quando vengono trasferiti embrioni da ovociti donati in utero preliminarmente preparato farmacologicamente. Questa elevata possibilità di gravidanza nonostante l’età della ricevente (quasi sempre superiore ai 40 anni) deriva dall’uso di ovociti donati da donne di 21-31 anni di età, nel loro momento di massima fertilità.

Siamo nel campo dei cosiddetti “third-party reproductive programs” che prevedono l’inserimento di una parte terza (estranea alla coppia o alla donna single) per la donazione di ovociti, spermatozoi o embrioni. In Paesi dove è possibile, comprendono anche la gravidanza surrogata tramite una portatrice embrio-fetale (una donna che si occupa di portare avanti la gravidanza per un’altra donna impossibilitata a farlo).

La principale indicazione per l’ovodonazione consiste nel fallimento ovarico determinato da menopausa precoce dovuta a malattie, chemioterapia, radioterapia, asportazione chirurgica delle ovaie stesse. Ovviamente, è la tecnica di elezione nel caso di assenza congenita delle ovaie. Oggi, tali indicazioni sono state estese a donne affette o portatrici di malattie genetiche trasmissibili ai loro figli ma anche a donne normalmente ovulatorie ma con fattore ovarico ostile alla fecondazione da parte dello spermatozoo. Quindi, sono candidate all’ovodonazione donne in cui la fivet/icsi omologa ha ripetutamente fallito, donne con avanzata età riproduttiva, donne con scarsa risposta alla stimolazione ovarica.

Nel risultato della tecnica ha un peso assai importante la categoria della donatrice.

Dove non vi è una stabilizzata cultura della donazione, si ricorre a donne reclutate durante cicli fivet in cui sono inserite personalmente. Dietro loro espressa volontà, alcuni dei loro ovociti possono essere utilizzati in donne riceventi (1 fivet / 1 eggs donation) ma l’età della donatrice può essere avanzata con minore possibilità di successo. Dove, al contrario, vi è una stabilizzata cultura della donazione a fronte della quale è previsto un rimborso economico per la necessaria stimolazione ovarica e per il conseguente intervento di recupero degli ovociti (1 pick-up / 1 eggs donation) la donatrice è al momento di massima fertilità e ciò si traduce in una maggiore possibilità di successo nell’ovodonazione.  Infatti, donne di età inferiore ai 34 anni rispondono tipicamente meglio all’induzione dell’ovulazione, producono un maggior numero di ovociti che determinano lo sviluppo di embrioni di alta qualità alla quale corrisponde un più elevato P.R. (pregnancy-rate/percentuale di gravidanza) rispetto ad una donna più anziana. Ovviamente, qualsiasi donatore/donatrice è escluso/a dal programma se lo screening generale ha mostrato la presenza di fattori di rischio per malattie o infezioni. Nondimeno è da sottovalutare lo stato clinico della ricevente. E’ necessario uno screening ginecologico (ecografia ginecologica, isterosalpingografia o isteroscopia), infettivo, cardiologico (per l’impegno cardio-vascolare dovuto alla gravidanza), internistico (per il rischio di ipertensione o diabete gravidico), senologico.

Altrettanto importante, ai fini del successo dell’ovodonazione, è la preparazione dell’utero della ricevente.

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Gli embrioni devono essere trasferiti delicatamente secondo tecnica tipica in un utero sincronizzato col ciclo riproduttivo della ricevente: l’endometrio dovrà trovarsi nelle condizioni post-ovulatorie e diversi metodi vengono applicati per raggiungere lo scopo. Dopo un primo periodo di terapia con estrogeni utili a stimolare la crescita dell’endometrio, segue la terapia con progesterone generalmente 2-5 giorni prima del transfer di embrioni. La terapia estro-progestinica viene continuata fino all’esecuzione del test di gravidanza; in caso di positività del test, viene continuata per tutto il primo trimestre.
Il rischio maggiore per la ricevente è rappresentato dalla gravidanza multipla: il 10% circa delle gravidanze presenta 3, 4 o più nati. Per tale motivo, il nostro comportamento è mirato a ridurre il numero degli embrioni trasferiti proprio per ridurre il numero delle gestazioni a rischio. In genere, è utile ridurre a due il numero di embrioni trasferiti in utero se l’età della donatrice è compresa tra i 21 e i 34 anni.